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Sarcopenia: un epidemia silente

Sarcopenia: un epidemia silente

Cos'è la sarcopenia?

Gli aspetti che maggiormente caratterizzano il declino neuromotorio dell’organismo nel corso dell’invecchiamento sono la perdita della massa muscolare e della forza: un quadro multifattoriale che prende il nome di sarcopenia. La sarcopenia inizia a comparire intorno alla quarta decade di vita, portando ad una perdita di massa muscolare del 3-5% entro i 50 anni e successivamente dell’1-2% ogni anno. Un andamento che in circa il 40% dei soggetti porta a dimezzare il patrimonio muscolare entro i 75 anni di età, con una prevalenza leggermente maggiore negli uomini rispetto alle donne. Il fenomeno della sarcopenia ha profonde ripercussioni sulle capacità motorie e sul livello di attività fisica dei soggetti: nei casi più gravi compromette l’autonomia di movimento, l’equilibrio diviene instabile, si diventa incapaci di salire e scendere le scale o portare a casa la spesa, la frequenza del passo è fortemente ridotta. Nell’anziano la sarcopenia contribuisce ad aumentare il rischio di cadute e di fratture correlate, rappresentando la principale causa di invalidità e debolezza. I professionisti della salute devono pertanto promuovere programmi di trattamento affinché i soggetti in età avanzata possano mantenere una buona qualità della vita. Una pratica regolare dell’attività fisica e l’adozione di un’alimentazione adeguata rappresentano le linee guida, mentre si stanno facendo strada nuove strategie che includono l’utilizzo d’integratori e supplementi dietetici.

Strategie antiaging per combattere la sarcopenia

L’approccio ottimale da seguire per rallentare il decorso della sarcopenia prevede l’abbinamento di un’adeguata nutrizione e di un regolare programma di esercizio fisico. Trattamenti alternativi basati su somministrazioni di preparati ormonali trovano ancora qualche controversia e richiedono ulteriori indagini.

Esercizio fisico

Nonostante i benefici scientificamente dimostrati, l’allenamento di forza negli anziani continua a ricevere scarse considerazioni e solo in pochi centri specializzati entra a far parte delle linee guida ufficiali di trattamento per la sarcopenia. L’allenamento di forza è l’unico in grado di contrastare efficacemente la perdita di massa muscolare, agendo specificamente sulle fibre muscolari di tipo II e producendo risposte anaboliche di adattamento non ottenibili con gli allenamenti aerobici. Diversamente dal lavoro aerobico, gli esercizi muscolari di forza inducono ipertrofia, aumentando forza e potenza contrattile; stimolano, inoltre, la capacità neuromotoria specifica di reclutamento delle fibre muscolari di tipo II e questo consente sia un miglioramento dell’output muscolare di forza, sia d’intervenire positivamente nel rallentare i fenomeni di denervazione descritti. Gli allenamenti di forza negli anziani possono essere eseguiti in totale sicurezza se ben programmati, ed è stato dimostrato che attraverso stimoli di appropriata intensità si possono produrre guadagni di massa muscolare e di forza comparabili con quelli ottenibili negli individui più giovani. In letteratura esistono alcuni lavori con protocolli di training che mostrano risultati piuttosto interessanti. Condizionare l’espressione di forza negli anziani attraverso esercizi e metodologie specifiche ne consente poi l’utilizzo funzionale in varie attività che la richiedono (deambulazione, velocità del passo, spostamento di carichi, ecc.). Programmi di allenamento con i pesi riducono di oltre il 30% il rischio di cadute, come dimostrato in studi a lungo termine (2 anni), modificando significativamente uno degli aspetti che maggiormente caratterizza il quadro di “fragilità” dell’anziano. Complessivamente i benefici migliori si osservano sui soggetti che già mostrano forti segni di sarcopenia.

Nutrizione

L’alimentazione in età geriatrica deve essere curata enfatizzando soprattutto l’introduzione di nutrienti come proteine, calcio, vitamina D e B12, importanti nel trattamento della sarcopenia. Per le proteine in particolare, negli ultimi anni è stata ipotizzata l’inadeguatezza delle attuali RDA in ragione dell’aumentato catabolismo proteico che comunemente si osserva negli anziani. Studi hanno, infatti, dimostrato come un apporto giornaliero di proteine pari a 0,8 g/kg di peso produca un bilancio azotato negativo nei soggetti sedentari e solo marginalmente positivo nei soggetti attivi. Da diversi autori e da istituzioni internazionali (International Society of Sports Nutrition) arriva dunque la raccomandazione di considerare appropriate introduzioni proteiche superiori (1,2-1,4 g/kg/ die), da adattare in relazione al carico di lavoro, assicurando sulla sicurezza dell’intervento. L’apporto energetico, in particolare da carboidrati, dovrà essere adeguato per poter gestire diverse situazioni ponderali: tendenza alla diminuzione del peso oppure ricerca di una riduzione della percentuale di grasso.

Integratori e supplementi

Prodotti dietetici a base di proteine sono stati valutati negli anziani al fine di poterne sfruttare gli effetti positivi sullo sviluppo della massa muscolare e della forza. In tal senso si è dimostrata efficace l’assunzione di proteine in polvere immediatamente al termine di training di forza piuttosto che in tempi successivi (2 ore dopo). Rispetto all’utilizzo di proteine, effetti superiori sullo stimolo della sintesi proteica sembrano essere ottenibili con supplementi a base di aminoacidi essenziali (Essential Amino Acids, EAA), anche in assenza di esercizio fisico. Si stanno, inoltre, valutando miscele di EAA arricchite di leucina: un aminoacido che stimola la sintesi proteica agendo direttamente sui meccanismi biomolecolari di regolazione. Diversamente dai giovani, infatti, nei soggetti anziani la presenza di una maggiore concentrazione di leucina in un supplemento a base di EAA (41% contro il 26% normalmente presente in questi aminoacidi) sembra essere fondamentale per avere significative risposte di stimolo sulla sintesi proteica muscolare. Alcuni lavori hanno dimostrato i benefici derivanti dall’utilizzo di creatina in soggetti anziani, specialmente quando accompagnato da lavoro muscolare. L’assunzione cronica di creatina (settimane) sembra stimolare la proliferazione delle cellule satelliti e dei mionuclei nei muscoli sottoposti ad allenamenti di forza. Un interessante studio è quello pubblicato nel 2007 da Tarnopolsky et al. nel quale la supplementazione con creatina è stata associata all’assunzione di acido linoleico coniugato (Coniugated Linoleic Acid, CLA), una sostanza nota in letteratura per la sua efficacia nel ridurre la massa grassa in soggetti adulti in sovrappeso. Nello studio durato sei mesi, i volontari (soggetti con età media di circa 70 anni) sono stati sottoposti a un programma di esercizio contro resistenza (macchine isotoniche) due volte a settimana. I risultati mostrano come, rispetto al placebo, la supplementazione con creatina + CLA negli anziani abbia favorito un significativo miglioramento della massa magra, riducendo la massa grassa; un risultato che offre ulteriori prospettive per ciò che concerne la modulazione antiaging della composizione corporea. Anche l’impiego di supplementi a base di acidi grassi omega-3 può essere valutato; il tentativo è quello di ridurre i fenomeni d’infiammazione cronica e conseguentemente prevenire le alterazioni strutturali e funzionali dei tessuti nel corso dell’invecchiamento.

Conclusioni

È possibile affermare che l’esercizio di forza, abbinato a una corretta alimentazione ed all’utilizzo di eventuali supplementi, è l’intervento più produttivo e scientificamente validato per conservare la massa muscolare, la forza e la potenza esecutiva di un gesto. Esercizio aerobico e ginnastica dolce, raccomandate per anni come uniche attività per gli anziani, pur essendo capaci di regolare il peso, migliorare la capacità aerobica e la flessibilità articolare non possono certo sostituirsi al lavoro contro resistenza. Insomma il motto “use it or lose it” non è mai stato così appropriato come in questo caso!


A cura di Dr. Simone Alfieri
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