Quando il cuore incontra lo sport intenso
Procedere a una revisione delle attività sportive che tenga conto dell'impegno cardiovascolare risulta uno strumento importante. Classificare in modo esauriente e aggiornato le numerose discipline sportive è un lavoro importante per lo specialista in Medicina dello Sport e lo è ancora di più quando, in collaborazione con il cardiologo, deve andare a identificare organi, distretti e funzioni con particolare riferimento al rischio cardiovascolare reale o ipotetico delle suddette discipline. Le attività sportive, dal punto di vista fisiologico, possono essere classificate in base alle sorgenti energetiche utilizzate nel lavoro muscolare (anaerobiche alattacide o lattacide, aerobiche) e alle caratteristiche biomeccaniche proprie dei gesti sportivi di quelle attività. Nessuna di queste classificazioni è particolarmente utile al cardiologo dello sport, che deve tener conto soprattutto degli effetti acuti e cronici che l'attività sportiva determina sull’apparato cardiovascolare. Per formulare un giudizio di idoneità o inidoneità occorre fare una valutazione corretta dell'impegno cardiovascolare. Essa diventa importantissima soprattutto nei soggetti atleti portatori di cardiopatie lievi che, mentre nella normale vita di relazione comportano un rischio minimo o del tutto assente, possono invece diventare significative in funzione della pratica sportiva. Inoltre l'impegno cardiaco può essere costante nel tempo, come avviene negli sport di lunga durata come le maratone e le gare di ciclismo, oppure intermittente come avviene negli sport con la palla, dove le attività aerobiche e anaerobiche risultano alternate. Questi due diversi tipi di impegno cardiaco non comportano particolari differenze sul piano del rischio cardiovascolare.
Le relazioni tra esercizio sportivo e apparato cardiovascolare sono molto complesse perché dipendono non solo da fattori propri dello sport prescelto, ma anche a fattori esterni contingenti come la forma fisica dell'atleta, la sua condizione psicologia, le condizioni atmosferiche e di altitudine, eccetera. Un aspetto particolare è rappresentato dal rischio intrinseco proprio di talune attività sportive in relazione all'ambiente sfavorevole nel quale si svolgono. Negli sport subacquei, nell’alpinismo e negli sport motoristici, l'eventuale insorgenza di episodi sincopali a genesi aritmica ed emodinamica può risultare assai più pericolosa per l'atleta. È anche ragionevole supporre che il rischio cardiovascolare possa aumentare negli sport di contatto nei quali è possibile il realizzarsi di traumi contusivi toracici o di violente stimolazioni cardiache riflesse.
Procedere a una revisione delle attività sportive che tenga conto dell'impegno cardiovascolare risulta uno strumento importante. Inoltre nel suddividere i vari sport all'interno della classificazione, è necessario non limitarsi a considerare solo l'impegno cardiovascolare di gara ma anche quello di allenamento, ben più incidente, sia per intensità che per quantità, sul rischio emodinamico.
A cura della Dr.ssa Alessandra Demonte
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